L’analogia con il cinema ci può aiutare a comprendere la struttura di un sogno. Basta immaginare il sogno come un SET CINEMATOGRAFICO, con uno scenario e una compagnia di attori. In realtà, gli attori del sogno sono un costrutto. Non appena diventiamo coscienti di ciò, “siamo” sia l’attore che lo spettatore o il testimone; ci accorgiamo che il sogno è una proiezione, un film che creiamo e nel cui interno ci muoviamo. Una volta che ci osserviamo fare ciò che stiamo facendo, diventa percettibile la natura illusoria della nostra mente. Ogni attore, oggetto, animale coinvolto, lo spettatore e il testimone che osservano, sono tutte rappresentazioni o riflessi del sognatore.
Quindi, attraverso il s ogno, abbiamo la possibilità di sperimentarci attraverso vari ruoli e personaggi, ma anche da vari punti di osservazione. Questo è un aspetto che talvolta mette in imbarazzo alcune persone, specialmente quando fanno sogni conflittuali o angosciosi. È difficile accettare che lo “sconosciuto” che ci aggredisce nel sogno o la strega che ci inganna possano essere “riflessi” di noi stessi.
Tuttavia,questa chiave di lettura deve essere scevra da ogni giudizio, aprendo invece infinite possibilità sui nostri ruoli e confini. Ci allena alla visione dell’Uno nel molteplice, ad una prospettiva unitaria senza giudizio né separazione, il vero grande insegnamento spirituale dei Sogni. Quando sogniamo, la nostra coscienza si espande su più livelli. Il problema sorge nella fase di veglia, quando tentiamo di interpretare l’esperienza onirica e di confinarla in un unico quadro di riferimento.
La teoria degli universi paralleli ben si adatta alla dimensione dei sogni. Il sogno ci rivela un universo parallelo dove si proietta uno scenario probabilistico di una situazione della nostra vita, che si sviluppa sui retroscena, sulle informazioni “scartate” durante lo stato di veglia. Il sogno ci offre una realtà “alternativa” che non è mai finita né limitata, ma sempre in movimento. Infatti, è possibile
che, incubando più sogni risposta ad una stessa domanda, si presentino diversi scenari, uniti comunque da un comune denominatore. Per usare una espressione musicale, i sogni possono presentare più “variazioni” sullo stesso tema. Come le onde di probabilità, i sogni non sono probabilità di cose reali, ma probabilità di accadimenti.
La scelta interpretativa che faremo da svegli è, in questo caso, determinante e conferma appieno il principio di indeterminazione di Heisenberg: la coscienza dell’osservatore influenza l’oggetto osservato; l’onda osservata collassa, si materializza e quindi la scelta interpretativa la fa diventare un fatto, un evento, una “verità”, una “realtà”. È l’atto stesso della concentrazione della nostra attenzione a rendere reale qualcosa che esisteva potenzialmente. La virtualità dei sogni può lasciare sgomenti ed è spesso il motivo per il quale molte persone, diffidando dei loro sogni, li relegano nel dimenticatoio oppure tentano di inserirli in una cornice interpretativa razionalistica e analitica. E una scelta subire i sogni quando in realtà questi sono le creazioni più straordinari e di cui siamo capaci.